Vito Molinari
Via Monte Rosa, 2120149 Milano (MI)
Vito Molinari, il primo e forse più importante regista della televisione italiana.
Ha pubblicato, nello spazio di tre anni, libri fondamentali per conoscere la storia di molti programmi televisivi e dei loro storici protagonisti.
Nel 2017 "Le mie grandi soubrettes"
Le più importanti soubrettes dellʼepoca dʼoro dello spettacolo italiano sono state protagoniste o ospiti delle sue trasmissioni televisive, oppure sono state da lui dirette sulle tavole del palcoscenico in commedie, operette, riviste.
Le mie grandi soubrettes è innanzitutto un ineguagliabile e inesauribile album di ricordi che ci fa riscoprire da una visuale privilegiata le vedettes e le primedonne del nostro spettacolo: le grandi protagoniste degli anni Cinquanta che oggi in pochi ricordano.
A loro, Molinari dedica un ritratto affettuoso e partecipe, ma anche minuzioso nel ricomporne esordi, affermazioni artistiche, occasioni di lavoro comune, aneddoti sconosciuti e “dietro le quinte”.
Nel 2018 "I miei grandi comici"
E’ un libro serio, ma non serioso, illustratissimo, divertente per i molti aneddoti inediti. La prefazione è di Gigi Proietti “Il copione non basta”.
In questo libro l’autore regista racconta i suoi rapporti di lavoro e privati con i grandi comici con cui ha lavorato (tutti), in 50 anni di tv e oltre duemila trasmissioni che ha diretto.
"Io credo che Dio abbia creato prima l'uomo, poi la donna e poi il comico. Che rispetto agli altri ha un cromosoma o in più o in meno, questo non lo so, ma certo è diverso, è un'altra cosa, con cui la gente a che può, anzi deve ridere". Parola del maestro Vito Molinari.
Nel 2019 “Carosello...e poi tutti a nanna”
In questo Libro Vito Molinari fa un «inventario» della rubrica, anno per anno. Nomi e date si susseguono, insieme ad alcune schede dedicate ai protagonisti dell'epopea. Riguardano attori come Ernesto Calindri e Paolo Ferrari, ancor oggi irrimediabilmente legati ai prodotti di cui furono testimonial, ma anche interpreti del calibro di Vittorio Gassman e Gilberto Govi i quali, consapevoli delle «insidie» della pubblicità, crearono scenette dove ammettevano con autoironia di essere caduti in «trappola». Molto spazio a classici come Calimero, Carmencita e Caballero, Unca Dunca, Caio Gregorio e ai padri di quel genere di animazione, ossia i Pagot, Bruno Bozzetto, Armando Testa e tanti altri. Non manca una menzione a La Linea di Osvaldo Cavandoli e una curiosità su Jo Condor, che da un sondaggio fatto recentemente risulta essere il carosello più ricordato.